Nel mio lavoro mi succede praticamente tutti i giorni, confrontarmi con le aziende italiane che vogliono entrare nel mondo di internet. In questo articolo cercheremo di capire qual è la mentalità delle aziende sul web. In Italia ancora non c’é la “mentalità del sito web”, manca proprio la cultura. E’ davvero difficile far capire alle aziende che essere presenti online ormai é essenziale.
Quante volte avete sentito questa cantilena? Io tante, da chi fa il nostro lavoro e da chi un sito web non sa neanche che cosa sia. Sono sempre stato il primo a difendere la mentalità italiana, a dire che forse i tempi sono ancora acerbi, ma negli ultimi tempi le acque si sono mosse, e qualche differenza comincia a notarsi. E collaborando con alcune agenzie del sud, mi é stato semplice pensare che in realtà, tutto questo divario di mentalità tra nord e sud nell’approcciarsi al web, mica esiste.
E’ solo una leggenda metropolitana, o perlomeno cosi pensavo. Anche al nord esistono personalità ottuse e allergiche all’idea di internet e di come si usa il web, e anche al sud esistono imprenditori disposti ad investire una cifra decente per essere sul web in modo efficace e professionale. Cambiano i paesaggi, cambiano i dialetti, ma la differenza la fanno le persone, e queste sono tutte uguali, da regione a regione.
Poi mi capita di sfogliare una rivista locale, una rivista che potremmo definire “dal vago sentore new-age” e che tratta cioè di psiche, di benessere fisico, di spiritualità e cose simili. Le varie rubriche sono alternate dalle pubblicità di alcune attività della zona.
Mi capita spesso di pensare che se un’azienda investe del denaro nella pubblicità, in qualsiasi forma essa si manifesti, questo significa che si tratta di un’azienda al “passo coi tempi”, capace di comprendere le potenzialità del marketing, dell’autopromozione e capace anche di investire nella propria immagine. Lo so, l’abito non fa il monaco, ma tant’é: quando vedo la pubblicità di un’azienda, non riesco a trattenermi dal controllare se la stessa ha un sito web, verificarne la qualità, chi lo ha realizzato, quando, eccetera eccetera. Una specie di analisi statistica che mi é tornata spesso utile.
Ma torniamo alla rivista. Presa dalla stessa smania di controllo, ho cominciato a digitare tutti gli indirizzi web delle aziende pubblicizzate, con pessimi risultati. In sostanza si vedono 3 siti su 10, e quelli visualizzabili sono pessimi. Sembra di essere alla sagra degli errori, parti grafiche mancanti, errore al database o altri svariati errori.
Per non parlare delle pagine che mi avvisano della pericolosità del sito che sto visitando. A questo punto mi sono fermato, anche perché esporre il mio amato computer a tanti rischi mi sarebbe sembrato inutile. Inutile dire che le mie certezze hanno cominciato a vacillare: va bene che la mentalità é quella che é, va bene che si tratta di un piccolo giornaletto locale..ma parliamo comunque di attività che hanno scelto coscientemente di pubblicizzarsi, e di pubblicizzare le loro pagine web in una rivista.
Investono una somma, anche se piccola, in una pubblicità, mettono in primo piano il loro sito web, con tanto di “visita il sito per maggiori informazioni” …e poi? A questo punto mi chiedo: l’incapacità di proporsi sul web – e di farlo in modo non dico ottimale, ma almeno decente – é un limite delle piccole aziende in generale, o lo é in particolare delle piccole aziende meridionali? Qual é la vostra esperienza con la mentalità delle aziende della vostra zona?